FaffinArtfolio § Alaska Time!

Fantasmi dal passato, 4° Classificata al contest Spicchi di sole di Kukiness e Saorio

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Faffina
CAT_IMG Posted on 27/7/2010, 23:17






Fantasmi dal passato



Sono passati più di diciassette anni dall'ultima volta che ho visto mio padre. Diciassette lunghi anni da quando ho aperto l'invito al Suo matrimonio. Forse è stato in quel momento che ho capito di aver perso. Sapevo che non avrei mai potuto farmi da parte e guardarli vivere da coppietta felice. Non avrei mai potuto assistere mentre Lei rinunciava alla sua vita ed alla sua umanità.
Diciassette anni, e non sarà cambiata di una virgola. Sempre uguale, ma terribilmente diversa.
- Lo so che giorno è oggi, ma non ti permetterò di passare tutta la giornata a compiangerti - Leah scrolla i capelli scuri, infastidita.
La sua voce mi riscuote a fatica dai pensieri che mi affollano la mente. Non ce l'avrei mai fatta senza di lei, non so che ne sarebbe stato di me se quel giorno non mi avesse seguito. Dopo aver aperto quella busta, il mio unico pensiero era stato andarmene il più lontano possibile. Solo Leah se n'era accorta e aveva cercato di fermarmi. Ma sentire su di sé i miei sentimenti aveva risvegliato i suoi e, prima che potesse accorgersene, si era ritrovata a scappare con me. Non sapevamo dove stavamo andando, sapevamo solo da cosa stavamo scappando, ed era sufficiente. Per molti mesi non ci siamo fermati, abbiamo vissuto come veri lupi, senza incontrare esseri umani. Il contatto con il resto del branco si è interrotto nel momento esatto in cui abbiamo deciso di non tornare. Non so chi è stato il primo dei due a rendersi conto che la nostra fuga era inutile. I fantasmi che ci tormentavano li avevamo portati con noi, per quanto veloce avessimo corso, non saremmo mai riusciti a liberarcene.
Leah è voltata verso di me, si aspetta che le dica qualcosa. In tutti questi anni ha imparato a conoscermi così bene, da non aver più bisogno di leggermi nella mente per sapere cosa sto pensando. Ogni anno, quello stesso giorno, non riesco più a tenere a bada i ricordi. Non ho mai smesso di amarla, sono ancora convinto che lei sia la mia anima gemella, nonostante abbia sposato un vampiro. Faccio di tutto per nasconderlo, soprattutto a Leah, ma non passa giorno senza che il ricordo del suo sguardo e delle sue labbra morbide su di me, mi tormentino. Il pensiero che non esistano più è insopportabile, è come perderla di nuovo.
Mi volto verso Leah con un sorriso tirato che non incanterebbe nessuno - Perché, che giorno è oggi? - Il mio debole tentativo di umorismo non la scuote, mi prende per un braccio e mi trascina fuori. La sua forza e la sua decisione hanno smesso di sorprendermi da un pezzo, sono stati un toccasana per offuscare il ricordo di Bella. Ma le ferite non si sono mai rimarginate del tutto, dopo tanto tempo bruciano ancora.
Esattamente diciassette anni dal giorno del loro matrimonio.
Leah si è già trasformata, mi attende impaziente. "Da lupo starai meglio" appena lascio che il lupo in me prenda il sopravvento, i suoi pensieri, invadenti, si fanno strada nella mia testa e coprono i miei. "La verità è che vuoi controllarmi" ribatto "Chissà se stanno festeggiando..." Masochista.
So già che l'ultima affermazione mi costerà cara. Leah si blocca e pianta gli occhi neri nei miei "Dubito che degli esseri immortali festeggino il passare degli anni! E smettila di tormentarti!" e scatta via per costringermi a seguirla. Dolce, cara Leah, che fai la dura e cerchi di aiutarmi senza che me ne accorga.
Non avrei mai pensato di dirlo, ma alla fine sono contento che sia stata lei a seguirmi. Sa esattamente cosa provo e mi capisce. Nemmeno lei ha mai avuto l'imprinting, questa è l'ennesima prova che esiste un tipo di amore più forte di ogni altra cosa.
"Siamo articoli difettosi" mi ripete, cinica. Non voglio crederle, significherebbe arrendermi. Me ne sono andato, non la vedo da diciassette anni, ma sono ancora convinto che Bella fosse la mia anima gemella, nessuna potrà mai prendere il suo posto.
Leah, alla mia destra, ringhia arrabbiata, i miei pensieri le stanno facendo venire la nausea. Scusa Leah se non riesco a dimenticarla, scusa se non posso ricominciare da capo. Non sai quanto vorrei farlo, invece di stare qui a compiangermi. Ma nemmeno tu ce l’hai fatta, il ricordo di Sam ti tormenta ancora.
Non dovevo tirare in ballo Sam, so che non lo sopporta, ma non sono riuscito a trattenermi. Vorrei solo essere lasciato in pace.
Leah è nella mia testa, non posso impedire ai miei pensieri di raggiungerla e ferirla. Sento la sua rabbia accendersi e la vedo voltarsi stizzita. “Quand’è così, me ne vado. Ci vediamo domani, o mai più, se trovo di meglio.” E si mette a correre nella direzione opposta.
Solo tornando umano riesco a ritrovare un po’ di pace. E’ un sollievo avere la mia mente tutta per me, condividerla con Leah è come avere sempre mal di testa.
La casa è vuota e silenziosa, i fantasmi che mi tormentano riprendono a bussare con più insistenza, forse non avrei dovuto cacciarla via. Ci vuole tutta la mia concentrazione per tenerli fuori. Ed è solo dopo un po’ mi accorgo che c’è qualcuno che sta bussando davvero, forse ci ha ripensato ed ha deciso di tornare, una parte di me ci spera, anche se non lo ammetterei mai.
Ma non è Leah.
C'è una sconosciuta sulla porta di casa, una donna magra, pallida e con lunghi capelli scuri che le ricadono sugli occhi. Un colpo di vento e la ciocca ribelle scivola all'indietro.
Quello sguardo. L'ho immaginato, sognato, desiderato, ma ero sicuro che non l'avrei mai più rivisto. Ed invece è lì, e mi trapassa il cuore, che batte più forte che mai, quasi volesse raggiungerla. Non è possibile, eppure è reale, il volto più pallido di quanto ricordassi, ma indubbiamente umano. Ho il respiro mozzato e la mia vista perfetta non riesce più a metterla a fuoco. Eppure è proprio lì, non sto sognando, con il tempo io non sono cambiato, ma lei sì. Una ruga leggera le segna la fronte, e lo sguardo tanto familiare è stanco e provato.
- Bella? -
- Te ne sei andato... non ho mai fatto in tempo a dirtelo... Ed ora è troppo tardi... Ma dovevi sapere che avevo scelto te... - la sua voce arriva attutita alle mie orecchie, è come se provenisse da sotto metri e metri d'acqua. Nonostante il velo di malinconia nei suoi occhi, non posso non rivederci tutti i momenti passati insieme. Trovarmela vicina così all’improvviso, umana e fragile come me la ricordavo, è troppo anche per me. Rimango impalato sulla porta, senza riuscire a parlare, come l’adolescente impacciato che ero un tempo. Probabilmente lo sta pensando anche lei, perché tira le labbra pallide in un sorriso – Non te lo aspettavi, eh? –
Ignoro la domanda, le sue parole sono riuscite finalmente a perforare la bolla che mi avvolge ed ora ho bisogno di sapere. – Tu non sei una sanguisuga. Hai scelto me... Cosa vuol dire che è troppo tardi? Io ti amo ancora! – La mia voce è roca ad affannosa, lei sembra preoccupata. Il volto, sempre più pallido, è tirato in una smorfia di dolore.
- La vita umana è breve, ma ne ero consapevole quando l’ho scelta, e non me ne pento. Un’eternità al fianco di Edward non varrà mai come le poche settimane passate insieme. – sussurra. La sua voce flebile mi spaventa.
La testa ricomincia a girarmi, e senza badare ad essere delicato la afferro per le spalle. I miei occhi la trapassano e leggo la risposta prima ancora che le sue labbra la pronuncino. Proprio come una volta, quando non avevamo bisogno di parole per comunicare.
L’illusione di averla ritrovata dura poco, si spezza nel momento esatto in cui le sue parole confermano ciò che già so.
- Sono malata, Jacob. - così piano che faccio fatica a sentirla.
Un pugno nello stomaco. Devo farmi forza per non vomitare. Il suo volto pallido, gli occhi spenti, la pelle tirata.
Mi aggrappo allo stipite della porta senza riuscire a staccare gli occhi da lei, dopo tutto questo tempo scopro che è sempre stata mia.
Lo scopro in tempo per perderla di nuovo. Forse è la punizione per essermene andato.
Si avvicina e mi sfiora una guancia, la sua mano è umida, o forse è il mio viso. Non so cosa fare, non so cosa dire. E' troppo poco il tempo che ci resta, non posso cancellare diciassette anni in un colpo solo.
Ma lei può farlo. In punta di piedi appoggia le sue labbra fresche sulle mie e mi tira verso di sé. E' strano e dolce ritrovarsi, vorrei che non finisse mai, vorrei prenderla in braccio, portarla in casa e sdraiarla sul divano.
Lo faccio. E' leggera, molto più di quanto ricordassi e il suo corpo sottile si stringe a me con una forza che non pensavo potesse avere, sento il suo cuore battere affannoso, quasi quanto il mio.
Il suo profumo è familiare, non l'ho mai dimenticato, e mi avvolge stordendomi. La mente non comanda più il corpo, anche il lupo in me sembra essersi assopito, sono solo Jacob ora, quello che ero quando l'ho conosciuta. Mentre annego nei suoi occhi la sento sussurrare - Il mio Jacob... -
Siamo sul divano e senza staccare gli occhi dai miei mi tira su di sé, è così pallida e fragile che ho paura di farle male, ma lei non vuole starmi a sentire. Impulsiva e testarda, non è cambiata affatto. E mi sorride da sotto la frangetta di capelli. Non riesco a dirle di no, non sono mai stato bravo in questo, e lascio che la mia maglia scivoli sul pavimento. Se Leah tornasse in questo momento non sarebbe per niente contenta, non ha mai sopportato Bella, e non credo che inizierebbe a farlo ora.
I suoi vestiti raggiungono i miei e la sua pelle morbida e tiepida è una tentazione a cui non so resistere. Mentre affondo il viso nel suo collo la sento rabbrividire, é impossibile che abbia freddo, il mio corpo aderisce completamente al suo, e il mio calore la sta riscaldando. La sua mano mi preme sul petto - Il tuo cuore batte... – sussurra, e mi guarda come se fossi speciale. La sua voce è più sicura e le guance hanno ripreso colore mentre mi sorride, nei suoi occhi non c'è traccia di rimpianto per ciò a cui ha rinunciato.
- Perché non ti sei più sposata? - Forse non è il momento giusto, ma devo sapere. Il suo sorriso si fa più dolce e mi prende il volto fra le mani - Perché ho capito chi amavo davvero. E non era Edward - mormora. Le nostre labbra si ricongiungono, non ho bisogno di sapere altro, e facciamo l'amore. Dolce, timido e appassionato, come avrebbe dovuto essere, come sarebbe stato, se solo il destino non si fosse preso gioco di noi. I nostri corpi combaciano perfettamente, le nostre mani si cercano, si intrecciano, è come se non ci fossimo mai lasciati. E mentre il mio corpo va a fuoco non esistono più il passato e il futuro, siamo solo noi, con i nostri sospiri e gli sguardi allacciati. E' solo un istante,e vorrei che durasse un'eternità, ma non sarebbe lo stesso abbastanza.
Restiamo a lungo abbracciati in silenzio, forse con il timore di rompere l'incantesimo, mentre il suo respiro mi accarezza il viso. Ha gli occhi chiusi ma sono sicuro che non dorme.
- Non so quanto tempo avremo ancora per stare insieme, ma so che non voglio più lasciarti nemmeno per un istante. Bella, sposami. - la mia voce trema per l'emozione e non riesco a sostenere il suo sguardo, ma la sua risposta arriva forte e chiara.
- Se te l'avessi sentito dire diciassette anni fa, la mia risposta sarebbe stata la stessa di ora. Sì. -
Si stringe al mio petto e scoppia a piangere.



“Asciugati gli occhi
Anima gemella, asciugati gli occhi
Perché le anime gemelle non muoiono mai”

“Dry your eyes
Soulmate dry your eyes
Cause soulmates never die”


“Sleeping With Ghosts” - Placebo
 
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