FaffinArtfolio § Alaska Time!

In tenda con Jacob Black, Seconda puntata della serie ^^

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Faffina
CAT_IMG Posted on 27/7/2010, 22:44




Lettrici adorate, sono lieta di presentarvi la seconda puntata della serie ^^ spero che sarà gradita! Non credo ci sia bisogno di introduzioni..munitevi di ghiaccio o ventilatori ed... ecco a voi:

In tenda con Jacob Black




- Buonanotte Jacob - sentii Edward sussurrava nell’oscurità – goditi il momento… -
Strinsi più forte Bella, lo spazio all’interno del sacco a pelo era angusto, e il suo corpo aderiva perfettamente al mio. Sarebbe stato difficile riuscire a prendere sonno quando solo due strati di stoffa ci dividevano.
- Non intendevo in senso letterale! – ringhiò Edward in risposta all’immagine che mi si era formata nella mente. Stupidi pensieri, perché non riuscivo a controllarli?
Il succhiasangue si mise a canticchiare a bocca chiusa ed io feci lo stesso nella mia testa nel tentativo di soffocare i miei pensieri. Sarebbe stata una notte molto lunga.
Bella si mosse nel sonno e girandosi verso di me, il suo respiro caldo incontrava il mio, e pur senza aprire gli occhi sapevo che la vicinanza fra i nostri volti era minima. Proprio mentre stavo scivolando anch’io nel sonno, la sentii mormorare – Il mio Jacob… -
La tempesta era passata, e l’unico suono nella tenda erano i nostri respiri e il battito accelerato dei nostri cuori. La sanguisuga in un angolo fissava altrove, immobile come una statua. Abbassai lo sguardo sul volto di Bella appena in tempo per vedere il suo volto avvicinarsi al mio e le labbra dischiudersi. Senza la possibilità di reagire lasciai che la sua bocca morbida si posasse sulla mia, e le mani esplorassero il mio corpo nell’oscurità. Mi lasciai sfuggire un sospiro quando raggiunsero il cavallo dei miei pantaloni. Edward non muoveva un muscolo, sembrava una statua di cera, bianco contro il tessuto scuro della tenda.
Risposi al bacio con passione, afferrandola per la vita e tirandola su di me. Le nostre gambe e il sacco a pelo formavano un groviglio inestricabile. Sentii il suo respiro accelerare, e le sue mani scorrere tra i miei capelli, fermandosi sulla nuca per attirarmi ancora di più a sé.
Con l’intraprendenza dovuta probabilmente alla consapevolezza di essere in un sogno lasciai la presa sui suoi fianchi per esplorare il suo corpo morbido e liscio. La pelle era tiepida sotto il maglione pesante, e la sentii fremere al mio tocco infuocato. La mia eccitazione crebbe a vista d’occhio quando iniziò a muoversi leggera e sexy su di me. Intravidi il suo sorriso malizioso nell’oscurità, mentre si mordicchiava un labbro, ammiccando e le sue mani giocherellavano con il primo bottone dei miei jeans.
Un suono improvviso mi risvegliò di soprassalto, ed aprii gli occhi appena in tempo per vedere la cerniera della tenda richiudersi con uno strattone. Bella fra le mie braccia continuava a dormire indisturbata, senza accorgersi dei passi di Edward che si allontanavano di corsa nella neve, deciso a mettere la maggior distanza possibile tra sé e la tenda.
Oh merda… Vuoi vedere che la sanguisuga mi ha letto nel pensiero anche mentre dormivo? Cercai di immaginare la faccia del vampiro che scrutava nei miei sogni… Se non fosse stato così imbarazzante, sarebbe stato terribilmente divertente.
Di altrettanto imbarazzante c’era l’erezione, naturale conseguenza del sogno, che non accennava a passare. Cercai di allontanarmi leggermente da Bella, senza svegliarla, il suo seno morbido contro il mio petto non mi aiutava di certo.
Controllai il respiro, cercando di riportare il cuore ad un ritmo normale, ma l’immagine di lei sopra di me, calda e sensuale non voleva abbandonarmi.
Borbottò nel sonno, facendosi più vicina e strofinando il naso contro il mio collo. Calma Jacob, calma. So che puoi farcela, devi solo allontanarti piano… ecco, così… Mi feci ancora più indietro, per quanto lo permettesse lo spazio esiguo del sacco a pelo.
Mossa sbagliata. La mano ferita che teneva appoggiata sul mio petto scivolò e atterrò sul fondo della tenda strappandole un gemito.
Aprì gli occhi di scatto, disorientata e confusa, dal trovarsi fra le mie braccia, poi pian piano la consapevolezza si fece strada nei suoi occhi.
Si alzò su un gomito, percependo l’assenza di Edward nonostante il buio. – Lui dov’è? - disse, la voce ancora impastata dal sonno. Ma non ricevette risposta, non avevo ancora elaborato una scusa valida per la sua assenza, e il mio sguardo vagava incerto fra le pareti della tenda.
- Dimmi la verità, avete litigato? – indagò prendendomi il volto fra le mai e costringendomi a guardarla. Il mio corpo era ancora troppo sollecitato perché riuscissi a rimanere lucido in una situazione del genere, e balbettai una risposta vaga.
- Jacob Black, voglio sapere cosa è successo! – insistette appoggiandosi al mio petto senza staccare gli occhi dai miei.
- E’…ehm…uscito a fare una passeggiata… - borbottai abbassando lo sguardo ed incontrando la scollatura del suo maglione. Sperai che non si accorgesse della mia eccitazione e del rosso acceso che mi colorava le guance.
- Sei un bugiardo! Ma io ti farò parlare! – esclamò buttandosi di peso su di me e iniziando a darmi pizzicotti dappertutto. Io ridevo e stavo al gioco solo per il gusto di sentire le sue mani su di me, entrambi sapevamo che con i suoi pizzichi non mi avrebbero fatto alcun male.





All’improvviso si bloccò, il respiro affannato e le guance accese. Il suo bacino premeva contro la mia erezione, mi sembrava di andare a fuoco, era impossibile che non se ne fosse accorta. Trattenni il respiro, e lei fece lo stesso, il silenzio era assoluto, credevo che saremmo rimasti così per sempre. Fu lei la prima a muoversi, si avvicinò lentamente al mio viso e si tuffò sulle mie labbra con un sospiro. Per un attimo non capii più niente, sentivo la sua lingua guizzare nella mia bocca, il suo respiro caldo e le sue mani aggrappate al mio collo, ma prima che potesse accorgersene, il mio istinto si era ribellato allo stupore, e le mie mani la stringevano con tanta forza che avrei potuto farle male.
- Bella… - ansimai allentando la presa.
- No! Stringimi, baciami, ne ho abbastanza di gente che ha paura di farmi male! – disse senza staccare la bocca dalla mia. Non me lo feci ripetere due volte, e mi ritrovai sopra di lei, l’unica certezza era il suo corpo che si stringeva a me appassionato e sensuale. Il sogno che avevo appena fatto era nulla in confronto a tutto ciò. In quell’esatto momento, Edward era da qualche parte fuori nella notte, ed io ero nella tenda con Bella. Assolutamente non c’era paragone.
Sentirla realmente fra le mie braccia mi faceva perdere la testa. Affondai il viso nei suoi capelli profumati di shampoo, beandomi del suo profumo e della sua vicinanza. Era una cosa che avrei sempre voluto fare.
Le sue mani, intente ad accarezzarmi le spalle e la schiena, scivolarono verso il basso, percorrendo incerte il bordo dei miei pantaloni ed aggrappandosi ai miei fianchi. Smise di baciarmi per concentrare la sua attenzione sul bottone dei miei jeans… se lo rigirava fra le dita, sfiorando di tanto in tanto la mia erezione, che premeva contro la stoffa dei pantaloni.
Ogni fibra del mio corpo era tesa, non avevo mai desiderato niente così tanto, come il contatto delle sue mani su di me. Finalmente slacciò il bottone, e percorse con un dito la linea della cerniera, mentre un sospiro mi sfuggiva dalle labbra socchiuse. Chiusi gli occhi cercando di calmarmi, avrei potuto saltarle addosso da un momento all’altro e fare a brandelli i nostri vestiti.
Lanciai un muto appello alla sanguisuga che avrebbe potuto essere in ascolto. Se davvero la ami, non ti azzardare a tornare adesso, lascia che provi tutte le esperienze umane.
Ma il silenzio fuori dalla tenda era assoluto, e le ultime tracce dell’odore della sanguisuga vennero coperte dal profumo di Bella, che, finalmente libera dal maglione, si stringeva fra le braccia, per la prima volta intimidita.
Era il mio sguardo ad imbarazzarla, non riuscivo nemmeno ad immaginare la mia espressione in quel momento, era l'espressione di un uomo che vede realizzarsi il sogno della sua vita. E sa che con una mossa sbagliata avrebbe potuto rovinare tutto.
Le mie mani, incerte, non sapevano come muoversi, il mio corpo bramava il suo ed io stavo praticamente impazzendo per l'eccitazione. La mia mano scura sulla sua pelle chiara, percorse il profilo del suo corpo, quasi mi aspettavo di lasciarle un segno infuocato tant'era il calore che sentivo dentro. Presi dolcemente possesso dei suoi seni, piccoli e perfetti, accarezzandoli e assaporandoli, il volto affondato nella pelle liscia e nel profumo di lei. La sentivo sospirare sensuale, al contatto delle mie labbra con il suo corpo. Sentii i miei jeans che venivano slacciati, e fatti scivolare verso il basso. Adesso era il mio turno di sentirmi intimidito, osservai l'intreccio dei nostri corpi, il suo sottile, candido e perfetto, in netto contrasto con la mia pelle bronzea. Anche il suo sguardo osservava il mio corpo, ma era meravigliato ed eccitato. La sua mano scese ad accarezzarmi le cosce, percorrendole con un dito, facendomi eccitare sempre di più, ma senza darmi soddisfazione. Chiusi gli occhi e reclinai il capo all'indietro, ansimando dallo sforzo di non prendere il controllo. Mi sembrava di stare per esplodere, volevo che succedesse qualcosa, qualsiasi cosa, ma così non potevo resistere ancora a lungo. Le sue dita delicate sfiorarono appena la mia erezione, un tocco impercettibile che la percorreva dalla base alla punta, per poi sparire di nuovo, come una lenta tortura. Le mie mani tremavano, provai a sfiorarla, ma lei me le allontanò delicatamente, aveva il comando della situazione.
- Bella... - sussurrai roco, suonava come una preghiera, e in effetti lo era. Le sue labbra umide mi colsero di sorpresa, chiudendosi sulla mia eccitazione, per un attimo sentii la calda carezza della sua lingua, e un gemito mi sfuggì dalle labbra. Avrei voluto che continuasse, e le mie mani si mossero di nuovo, subito bloccate a terra dalla sua presa delicata. Non aprii gli occhi, alla vista del suo volto così vicino sarebbe stato impossibile controllarmi.
- Se volevi farmi impazzire, ci sei riuscita... - balbettai mentre sentivo il suo respiro sulla mia eccitazione. Nelle condizioni in cui ero, anche un minimo tocco sarebbe bastato a farmi esplodere. La sentii avvicinarsi, mentre il mio corpo, ormai fuori da ogni controllo, si tendeva per ricevere un altro contatto con lei. Sentivo la presenza delle sue labbra, il suo fiato caldo, mentre attendeva immobile. Spalancai gli occhi frustrato, gemendo alla vista delle sue labbra a pochi centimetri da me. La mia erezione pulsava dolorosamente, impaziente. Osservai ad occhi sbarrati la sua lingua giocare, scendere e risalire sfiorandomi delicatamente, mentre fremevo, i polsi ancora immobilizzati fra le sue mani.
Quando iniziò ad alternare piccoli delicatissimi morsi, persi definitivamente la testa, e con un ringhio che aveva ben poco di umano, la liberai dai jeans e premetti il mio corpo contro il suo, immobilizzandola contro il pavimento della tenda. Accolse il mio improvviso cambiamento con un sorriso malizioso, attirandomi ancora di più a sé - Ce l'hai fatta Jacob Black! -
Confuso mi bloccai, cercando una spiegazione nei suoi occhi. - A cedere all'istinto... - rispose alla mia muta domanda, mentre le sue mani riprendevano possesso di me e il mio respiro affannoso si mischiava al suo. Senza esitazione mi guidò dentro di sé, e lasciai che il calore e l'eccitazione avessero la meglio. La strinsi fra le braccia, affondando le mani bollenti nella sua schiena e strappandole un sospiro. Iniziai a muovermi in lei, mentre la mia eccitazione raggiungeva livelli che non avrei mai creduto possibili. Sentivo le sue gambe intrecciate dietro la mia schiena attirarmi ancor più dentro di sé, mentre le sue labbra socchiuse sussurravano senza sosta il mio nome.
Jacob, oh Jacob.
Suonava bellissimo detto da lei. Mi prese il volto fra le mani attirandomi verso le sue labbra e mischiando baci e sospiri. Niente aveva importanza, era come se tutto intorno a noi si fosse dissolto, inghiottito dal piacere crescente, che violento e selvaggio guidava i miei movimenti.
I suoi sospiri si fecero più intensi, e le sue mani mi attiravano a sé convulsamente, mentre inarcava il corpo contro il mio, un grido soffocato nel mio collo. Fu come se si rompesse una diga, l'eccitazione accumulata esplose in mille fuochi d'artificio e in una fiammata di calore mi ritrovai esausto, il mio cuore che batteva all'impazzata allo stesso ritmo di quello di Bella. Mi passò una mano fra i capelli umidi allontanandomeli dagli occhi per incrociare il suo sguardo col mio - Sei bellissimo... - mi sussurrò timida, il viso ancora arrossato e gli occhi luminosi.
- No, sei tu che sei bellissima - dissi regalandole uno dei sorrisi che adorava.
 
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